Winter Of Life Official Website

Artist: Winter Of Life
Location: Napoli, Italia
Line-up:

Peppe Sgrò (guitars, vocals), Alessandro Martinelli (guitars, vocals), Gianfranco Delle Cave (bass), Dimitri Tetta (keyboards), Geky Capaccio (drums)

Album: Parentheses
Label & Pubblication Year: Self Produced, 2003
Tracklist: Parenthesis / This Cold Embrace / Wither / Last Night (Like The Next One) / Be[for[ev(H)er]] / Winter Of Life / For The Person I’ll Become
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Esordio assoluto per i Winter Of Life, band partenopea attiva dal marzo del 2000. La band ha avuto un “rodaggio” piuttosto travagliato a causa di numerosi cambi di formazione, ma è comunque riuscita a farsi notare suonando nel giro dei licei e dei locali della zona. Nell’inverno del 2003, finalmente, la formazione riesce ad assestarsi, e viene inciso questo “Parentheses”, pubblicato solo nell’estate successiva, a causa di numerosi problemi. Oggi il chitarrista Alessandro Martinelli non è più della partita, perché ha deciso di suonare a tempo pieno con gli Endorphine, ma Peppe Sgrò (unico superstite della formazione originale) e compagni non si sono persi d’animo e hanno trovato il sostituto in Luca D’Alterio. Alla formazione si è aggiunto anche il frontman Elia Daniele, già voce dei disciolti Funereum. “Parentheses” è un lavoro di ottima qualità, orientato verso sonorità a metà strada fra il death melodico e il gothic metal. Dopo la title-track, una breve intro pianistica, parte “This Cold Embrace”, probabilmente il brano più valido del cd, intriso di atmosfere gotiche che possono ricordare gli Anathema e i Paradise Lost. Ottimo sia il cantato pulito (del fuoriuscito Martinelli) sia i growls (ad opera di Sgrò). Validissima anche la seguente “Wither”, brano ricco di cambi di atmosfere che risente anche di influenze prog, soprattutto nei frangenti acustici più rilassati. Più ordinaria ma comunque ottima “Last Night (Like The Next One)”, caratterizzata da un eccellente guitar solo. Gli otto minuti di “Winter Of Life” possono essere considerati come la “summa” della proposta musicale del combo, una sapiente alternanza di momenti acustici e decadenti, in cui l’impronta goth è predominante, ma viene arricchita da frangenti aggressivi e taglienti, tipicamente death. Un lavoro davvero riuscito quindi, curato e professionale, per una band che dimostra di avere le idee chiare oltre a una tecnica eccellente.

Recensione Realizzata da Andrea Zazzarini

Vote: 7,5